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Osservare la realtà significa interrogarsi su se o meno fra 10 anni scompariranno gli ordini professionali. Questi spingono verso specializzazioni che creeranno presumibilmente operatori di call center dei servizi, come dimostra l’indirizzo preso da Amazon e anticipato, con scarso successo, da Alibaba.

Nel settore della proprietà intellettuale per esempio Amazon avrebbe iniziato una prima, e probabilmente transitoria, partnership con importanti società di consulenza, per poi assorbirne compiti e funzioni e dirimere i conflitti con il sistema delle ADR in modo da assorbire e sostituire il contenzioso.

Si va così verso lo svuotamento delle libere professioni e sarà difficile, a fronte di scarsi vantaggi, sostenere per gli iscritti le esose prebende di iscrizione assieme ai costi della formazione continua, i cui contenuti non sempre rispecchiano il percorso specializzante che suggeriscono, dalla quale tali ordini traggono ormai lucro.

Il reset generale appare meno futuristico e più reale e sempre più vicino, se si pensa che i players economici globali (inteso come aziende) diventano sempre meno e si va verso concentrazioni di monopoli che non favoriscono nè l’innovazione, nè la brevettazione. Tanto più che, grazie alla scarsa qualità e alla morfologia dei programmi scolastici europei (cui il Ministero dell’Istruzione si è de plano adeguato), sarà un miraggio almeno per i prossimi 30 anni poter scoprire un Leonardo o un Maiorana.

 

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